A partire dal dagherrotipo della Dogana D’Acqua attribuito ad Aristide Castelli del 1845 ca. Livorno accoglie precocemente l’invenzione della fotografia. Infatti già nel 1843, a soli 4 anni dalla scoperta del dagherrotipo, Giuseppe Marzocchini aprì proprio a Livorno il primo studio fotografico in Toscana, un primato che riguarda non solo Livorno ma tutto il territorio regionale, come rivendicato in una reclame della fine del secolo che definiva lo Stabilimento Marzocchini “la più antica fotografia di Toscana”. Scorreranno nella emozionante esposizione al Museo della Città foto di stabilimenti balneari e bagnanti, mareggiate, vari di navi, palombari, pescatori e altri mestieri legati al mare, quartieri costruiti lungo le vie d’acqua interne alla città, negli scatti di fotografi (o intere dinastie di fotografi) livornesi. Nomi di artisti della macchina fotografica come Bettini e Miniati non lasceranno indifferenti gli appassionati e conoscitori di fotografia e sorprenderanno per il loro fascino i visitatori che vedranno per la prima volta le loro immagini. Sorprendenti e di tutt’altro tenore le diapositive colorate a mano dallo scienziato fiorentino Giorgio Roster nei suoi soggiorni all’isola d’Elba nella seconda metà dell’800, così come sempre all’Elba sono state scattate altre fotografie amatoriali di vacanze estive risalenti agli anni Venti e Trenta. Promossa e organizzata dal Comune di Livorno, la mostra è curata da Rita Sartoni e si avvale della collaborazione di Fondazione Alinari per la Fotografia con il patrocinio della Regione Toscana e il catalogo edito da Sillabe.
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